Italdesign : il discreto designer sotto la minaccia di un'uscita dal gruppo Volkswagen
È sempre affascinante osservare le grandi manovre dell'industria automobilistica, un ambiente in cui il glamour coesiste con il cinismo ad ogni angolo. Prendiamo Italdesign, ad esempio: questo studio di design che, per il comune mortale, evoca più un oscuro riferimento in un film di serie B che un simbolo vivente del genio automobilistico. Fondato nel 1968 dal maestro Giugiaro stesso, questo luogo ha realizzato creazioni affascinanti che vanno dalla prima Volkswagen Golf all'estetica memorabile dell'Audi Q2. Ma ecco, mentre si pavoneggia sotto l'egida di Volkswagen, la società si trova minacciata da un'uscita clamorosa, come un attore di secondo piano sul punto di lasciare le prime file.
In questo universo dove l'elettrico regna supremo, la necessità di risparmiare denaro avrà la meglio sulle più grandiose ambizioni. Volkswagen sta seriamente considerando di cedere Italdesign a un attore americano, UST Global, il cui interesse è tanto difficile da afferrare quanto una Lamborghini in un ingorgo mostruoso. Questa strana avventura è rivelatrice di un quadro più oscuro: mentre Audi tenta di vendere gioielli di famiglia e Seat e Škoda si infilano nelle crepe economiche, sembra che la leggendaria Italdesign sia il prossimo obiettivo. È un po' come se il gruppo Volkswagen stesse esaminando il suo portafoglio per determinare quale prodotto di lusso potrebbe finanziare l'ultima capriccio elettrico - e, all'improvviso, il nome di questa venerabile istituzione italiana emerge. Cosa c'è di più tristemente ironico?
In attesa che la situazione si chiarisca, il direttore generale di Italdesign, Antonio Casu, si dà da fare per mantenere alto il morale. Al Quattroruote Next Forum a Milano, si è espresso con un aplomb che farebbe arrossire il più grande bluffatore. Ma la realtà è chiara: finché non ci sarà una soluzione, i dipendenti devono vivere nell'incertezza. Per vedere il lato positivo delle cose, Italdesign è molto più di un semplice designer - è un vero e proprio coltellino svizzero, capace di destreggiarsi tra progettazione di prodotti e prototipazione industriale. Se solo questo bastasse per accaparrarsi un posto a tavola al banchetto per assicurarsi un futuro tranquillo.
Ma diciamo la verità, in un'epoca in cui si sogna di veicoli elettrici e autonomi, questo studio emblematico si trova a un bivio. I tempi cambiano, e mentre Volkswagen si lancia nella svolta elettrica con progetti come l'EVX, diventa sempre più evidente che coloro che maneggiano i pennelli ticinesi devono adattarsi o, in questo caso particolare, chiudere bottega. Sarà la fine di un'era in cui le linee delle vetture erano l'argomento emotivo inarrestabile, il canto del cigno di un design raffinato, a favore di un'austerità tecnologica fredda?
Si sussurra nei corridoi umidi dei laboratori che la vendita a UST Global non è ancora un dato di fatto. Le discussioni vanno e vengono, ma denotano comunque un desiderio di redditività urgente all'interno di un gruppo che, come una Bugatti in crisi di identità, deve scegliere il suo futuro. All'ombra di quello che potrebbe essere l'ultimo respiro di Italdesign, non si può che restare malinconici nel vedere questo titano del design, il cui lascito potrebbe benissimo affondare nell'oblio, come una Ferrari dimenticata in fondo a un garage.
Fonte: www.presse-citron.net
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